Recensione: “Non dirmi bugie” di Rena Olsen

Buongiorno cari lettori, oggi vi parlo di un libro uscito ieri in libreria per Newton Compton, che ringrazio caldamente per la copia ricevuta. Si tratta davvero di un grande thriller che gli appassionati del genere non possono lasciarsi sfuggire.

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Titolo: Non dirmi bugie

Autore: Rena Olsen

Editore: Newton Compton

Collana: Nuova narrativa Newton

Genere: thriller

Pagine: 352

Data di pubblicazione: 2 marzo 2017

Prezzo: rilegato € 9,90 / eBook € 2,99

Clara sta spazzolando i capelli a una delle figlie, quando alcuni uomini armati fanno irruzione in casa e arrestano Glen, suo marito. L’ultima cosa che lui le urla, prima di essere portato via, è di non dire niente, e lei ubbidisce. Del resto la rigida educazione che ha ricevuto da ragazzina, e che l’ha resa poi una giovane donna dalle maniere perfette, l’ha abituata a fare ciò che va fatto. Sempre. Clara ripercorre così il suo passato, cercando la chiave per comprendere ciò che sta succedendo. Ma la situazione sta rapidamente precipitando e lei si ritrova rinchiusa, interrogata da uomini e donne che la chiamano con un altro nome, Diana, e che accusano il marito di aver commesso crimini atroci. A poco a poco il passato inizia a stridere con il presente e Clara è costretta a mettere in dubbio la realtà che ha sempre dato per scontata: dovrà ricorrere a tutte le sue forze per affrontare il futuro, se per lei un futuro c’è ancora…


La storia è costruita su due tempi: adesso e prima. L'”Adesso”inizia dal primo capitolo: in una tranquilla mattina di sole mentre Clara sta spazzolando i capelli di sua figlia Daisy, alcuni uomini fanno irruzione in casa sua arrestando il marito Glen, il quale, prima di essere trascinato via, le grida di non dire assolutamente nulla. Anche Clara viene portata via, allontanata dalle sue bambine e portata in un luogo asettico in cui viene sottoposta a continui interrogatori, ma lei è troppo stordita dalla fretta con cui è successo tutto, così decide di obbedire al marito, come ha sempre fatto del resto, rimanendo in silenzio. Da questo momento inizia il “Prima”, ossia flashback della vita di Clara prima che venisse allontanata da casa. “Adesso” e “Prima” si alterneranno per tutto il libro, creando una suspence incredibile, contribuendo a destabilizzare il lettore. Sì, perché all’inizio il lettore non riesce ad inquadrare la situazione, poiché viene narrata dal punto di vista di Clara, per la quale “quella” vita che conduceva prima era la “normalità”. In questo libro si riflette molto sull’antico dibattito tra ciò che è normale e ciò che non lo è, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Se si cresce in un ambiente in cui si apprendono determinati valori, senza possibilità di scelta o di confronto con qualcosa di diverso, si è portati a considerare normali perfino comportamenti aberranti. E questo è ciò che succede a Clara, una ragazza di vent’anni, la quale fin quando ha memoria è vissuta nella casa di Mama Mae e Papi G insieme ad altre ragazze, studiando e imparando a comportarsi rettamente, con la consapevolezza che ogni errore sarebbe stato punito severamente. Quando Clara si sposa con Glenn, l’unico ragazzo che abbia mai amato, segue la stessa ferrea disciplina: lei sa che se chiederà a suo marito troppe informazioni, se parlerà senza essere stata interpellata o se oserà interferire negli affari di Glen, lui la picchierà, e così è giusto che sia:

L’unica cosa che devo sapere è ciò che Glen mi dice.”

Per Clara è normale essere picchiata per aver espresso la propria opinione, è una giusta punizione, e Glen lo fa solo perché la ama: di questo arriva a convincersi, perché è la sola realtà che conosce. Dopo il matrimonio, Glen manda avanti gli “affari” di suo padre Papi G, mentre Clara piò prendersi cura della “formazione” delle ragazze che vengono a vivere con loro, preparandole ad un futuro migliore. Mentre leggiamo vediamo i fatti attraverso la mente di Clara, che filtra tutto attraverso la sua educazione e la sua radicata convinzione  di normalità, tanto che ne siamo disorientati. Cosa ci fanno tutte queste ragazze in una casa? Perché devono essere formate per un futuro migliore? Di quale futuro stiamo parlando? Quando Clara viene portata via insieme al marito, gli agenti della polizia la chiamano con un nome diverso, Diana, e dopo un lungo periodo di silenzio in cui si rifiuta di collaborare, inizierà un lento cambiamento dentro di lei. Le domande che non ha mai osato rivolgere alla sua famiglia diventano sempre più pressanti e il dubbio inizia ad insinuarsi sotto la pesante coperta di convinzioni di Clara: Glen l’ha amata davvero, ha rischiato molto per lei, si è esposto, ha lottato…allora perché qualcosa le dice che il loro rapporto era sbagliato?

Inizialmente ho pensato che si trattasse di una comunità hamish o di una sorta di setta religiosa, ma quando ho iniziato a capire in cosa consisteva la vita di Clara, sottoposta ad un vero e proprio “lavaggio del cervello”, mi sono resa conto che il personaggio prendeva consapevolezza insieme a me dell’orrore in cui era cresciuta. Clara/Diana è un personaggio estremamente umano contro cui, inizialmente, si vorrebbe puntare il dito, ma davanti alle sue riflessioni e ai sensi di colpa che emergono ci si rende conto della sua fragilità e insieme della sua forza, e non si può che stare dalla sua parte. “Non dirmi bugie” è una storia molto forte sull’identità, sulla perdita d’identità, sul peso delle responsabilità, su ciò che scegliamo di essere, ma soprattutto offre una riflessione sulla possibilità di riscatto e redenzione. La storia di Clara mi ha colpita moltissimo e mi ha tenuta incollata alle pagine alimentando una curiosità morbosa e una compassione sconfinata. Sì, è un thriller psicologico. No, non è un poliziesco. E, sì, è innanzitutto una storia incredibile.

Un romanzo da cinque stelle, assolutamente consigliato.

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